Il creatore descrive l’Ego di cui ha dotato l’umanità,
informando i suoi servitori eletti:
“Ho creato l’Ego e gli ho ordinato: vieni.
“L’Ego si rifiutò e andò avanti.”
Gli ordinai: “Vai indietro.
“L’Ego si rifiutò e venne avanti.
Poi l’Onnipotente disse:
“Non ho mai creato una creatura più sgradevole di te.”
Maulana Sheik Nazim.
Che cos’è quest’ego di cui si va parlando?
L’ego non è altro che la storia personale che continui incessantemente a ricordare e raccontare a te stesso. Non è altro che la somma di tutti i condizionamenti che hai ricevuto nella tua vita. L’ego non ha una sua consistenza vera e propria, è un po’ come una nuvola che attraversa il cielo e cambia forma in funzione del vento che la spinge a destra e a sinistra.
Ma da dove arriva quest’ego?
Perché siamo tutti dotati di questo sgradevole ospite?
Secondo le tradizioni più mistiche ed esoteriche, come quella Sufi che a noi piace così tanto, noi arriviamo dall’Unità, che nell’Enneagramma è rappresentata, per esempio, dal cerchio. Siamo un frammento di quell’Unità. E quando dimoriamo in questa Unità, la nostra Essenza e la nostra coscienza sono completamente unificate.
Che cosa sono essenza e coscienza?
L’Essenza è il cuore più intimo di ciò che siamo, la nostra anima, la nostra natura più autentica. La coscienza non è altro che quella facoltà che permette di conoscere qualsiasi cosa, un po’ come una luce di una torcia. Se punto la luce su un sasso che prima era in ombra, conoscerò quel sasso. Se punto la luce sulla mia Essenza, conoscerò la mia essenza.
Quindi, la nostra essenza, la nostra anima, può conoscere se stessa soltanto portando coscienza su se stessa, per ritornare a quell’Unità di cui semplicemente si è dimenticata di far parte. La tua Essenza, la mia Essenza, come l’Essenza di chiunque altro, arriva dal mondo dell’Unità, in cui regna una sola legge, che è la legge dell’Amore, la legge più forte in assoluto. Come diceva Mago Merlino, ancora più forte della legge di gravità.
E dove arriviamo?
Arriviamo in un mondo di dualità, nel quale invece regnano molte più leggi. È un mondo più pesante, più faticoso per vivere, e l’impatto con questo mondo così denso e pesante crea una frammentazione, una spaccatura. Coscienza ed Essenza, che prima erano una cosa sola, si distaccano completamente e tu dimentichi chi sei.
La coscienza, a questo punto, si trova senza più il suo supporto naturale, che è la propria Essenza, e comincia a identificarsi con le prime cose che incontra, che vanno via via formando quello che viene definito il proprio Ego. Questo stato di dimenticanza di sé, nella nostra tradizione, viene definito caduta dal Paradiso. E che altro è il Paradiso se non l’identità, l’unione tra l’Essenza e la coscienza?
In altre tradizioni, come per esempio quella del Buddhismo o dello Yoga, viene definito “avidya,” ovvero ignoranza della propria vera natura. Nella filosofia perenne, ignoranza metafisica, e nel sufismo, stato di sonno della coscienza. Questo stato di dimenticanza di sé, presta bene attenzione, crea un vuoto interno che innesca una paura, che ti fa guardare a questo vuoto con un’identità artificiale che non è altro che il tuo Ego.
L’unico vero scopo della nostra vita, non ce ne sono altri, te lo assicuro, è quello di riconnetterci alla nostra vera identità, tralasciando tutte le identificazioni con quelle identità artificiali che vanno a formare il nostro Ego. E lo sai perché?
Perché l’Ego non ha un suo vero e proprio potere, è un po’ come se avesse le pile scariche. Il vero ed unico potere dimora nell’Essenza, nell’anima, che non è altro che una propaggine della centrale principale che produce energia elettrica.
Ma quando invece non siamo connessi con questa centrale principale, che è il centro del nostro Essere, allora siamo tutti vittime di un comportamento binario: noi esseri umani siamo attratti da ciò che ci piace, da ciò che desideriamo, e respinti da ciò che non ci piace. E tutto questo ci dà soltanto l’illusione di una sicurezza che è più supposta che reale.
Vediamo, in estrema sintesi, come avviene la cristallizzazione dell’Ego, che consiste principalmente di due punti:
1. Noi abbiamo bisogno di creare, di proiettare delle immagini mentali, con le quali poi
2. abbiamo bisogno di identificarci.
In altre parole, dobbiamo innamorarci di queste immagini che prima abbiamo proiettato. E dopo esserci innamorati di queste immagini mentali, non facciamo altro che portarle in giro per il mondo, chiedendo agli altri di confermarci questa identità, di confermare a noi stessi di essere nient’altro che quelle immagini mentali.
Quindi, non si tratta d’altro che di un doppio inganno: inganni te stesso ed inganni gli altri mostrandoti come qualcosa che non sei veramente. E questa è la trappola più grande della tua vita. Ti illudi e illudi gli altri di essere quelle immagini che porti nel mondo. Ti credi forte, generoso oppure antipatico, ma queste non sono altro che ombre della tua vera identità, della tua vera Essenza di cui ti sei semplicemente dimenticato.
Ecco perché è così importante praticare la non considerazione di sé, per liberarsi dal fantasma di se stessi. Ma allora come facciamo a riconnetterci a noi stessi, a quella parte essenziale, la nostra anima, se è questo il nostro unico vero scopo nella vita?
Come si fa a sentire chi siamo veramente, a tornare ad essere quell’Essenza della quale ci siamo semplicemente dimenticati?
Che io sappia, esiste un unico modo, e consiste nel conoscere minuziosamente il proprio Ego. Per tornare alla tua vera Essenza, è necessario, imprescindibile, conoscere ogni singola maschera che indossi, ogni ruolo, ed è necessario conoscerlo nei minimi dettagli, che, come diceva Jean-Paul Sartre, sono abitati da Dio.
Ma come fare a conoscere questi ruoli e queste maschere?
Ti starai chiedendo a questo punto. Ma è semplicissimo: si tratta di imparare a prenderne le distanze, esattamente come quando vai al museo e non guardi i quadri con la faccia appiccicata alla tela, ma prendi un po’ di distanza per goderti il panorama generale.
L’unico vero problema, lo sai qual è?
Che il tuo Ego non accetterà mai che tu ti imbarchi in questo grande viaggio.
E lo sai perché?
Perché in questo viaggio, egli non può far altro che svanire, evaporare. Ma se avrai abbastanza coraggio ed intraprendenza e seguirai questa direzione, allora potrai andare a sanare quella ferita ancestrale che ha creato quel vuoto e quella paura che ti ha indotto a costruire quell’illusione di te stesso, che prende il nome di Ego.
Si tratta di imparare a vedere tutte le polarità che metti in atto nella vita, che non sono altro che le luci e le ombre, le immagini ideali e le immagini indesiderate. Il segreto consiste nel reintegrare luce e ombra, nel reintegrare immagini ideali e immagini indesiderate.
Il viaggio di ritorno a se stessi non è un viaggio facile, te lo assicuro, ma è il più affascinante viaggio che tu possa intraprendere in questa vita. E come diceva il buon vecchio George Ivanovic Gurdjieff, un uomo da solo non può fare pressoché niente. Perché quando ti appresti, ti accingi a compiere certi salti mortali, è molto meglio che tu sia in compagnia di qualcuno che già li conosca, che già li sappia fare, che già abbia imparato a sua volta questo processo, semplicemente per insegnartelo, o per tenderti una rete e ripararti dalle cadute più difficili, più dolorose, quelle mortali.
A questo servono i gruppi di lavoro, come quelli che conduciamo noi di Consapevolmente da ormai molti anni, e ai quali ti invitiamo vivamente a partecipare.
Se vuoi delle informazioni più dettagliate, dai un occhiata alle sezioni del nostro sito ACADEMY e CALENDARIO.
Alla prossima
Malcolm
Nel nostro libro troverai questo e numerosi altri approfondimenti su questo tema